Seconda parte della nostra gita in Calabria. Oggi siamo a Catanzaro e siamo ancora un po’ provati da ieri sera.
Stiamo andando in un salumificio artigianale, il salumificio Marvella, siamo con Crizia, la figlia del titolare, che ci spiega il progetto. “Abbiamo ripreso la tradizione dei salumi calabresi che sono conosciuti in tutto il mondo. L’idea è stata di mio papà aiutato da mio fratello, poi siamo subentrate io e mia sorella ed è diventato un progetto familiare”. Siamo una delle poche aziende che mantiene ancora la tradizione dell’affumicatura naturale, fatta con il legno ovviamente non trattato come faggio e querce.
Dopo questa prima fase li mettiamo a riposo in asciugatura, nel rispetto della stagionatura.
La muffa è fondamentale per la stagionatura!
Ultimo step: un bel banchetto pronto e si va all’assaggio del capocollo, soppressata, ‘nduja. Un bell’omaggio di peperoncino calabrese piccante macinato grosso, un kilo!!
Sopravvissuti al nostro secondo giorno in Calabria raggiungiamo il nostro amico Kento e si va a Scilla.
Siamo alla Pasticceria Paradise, prendiamo un bel dolcino leggero per colazione: una bella pesca con rum, crema pasticcera e ripieno di panna montata. Il livello alcolico è perfetto per una colazione equilibrata. Dopo aver assaggiato la pesca e i gelatini da passeggio abbiamo deciso di fare aperitivo di circa 40 frritti.
Liquore cioccolato e peperoncino fatto in casa dalla mamma. Si lascia Reggio e si va a Messina!
Kento sostiene che qui i treni salgono sul traghetto e vanno da Villa San Giovanni a Messina. Quindi… I treni salgono sui traghetti???
Siamo da Pasticceria Irrera Messina e stiamo parlando di dolci con una passione che non potete nemmeno immaginare. Ed arriva subito un assaggino.
Uno dei sogni proibiti del sottoscritto: la cassata Siciliana, una nuvola!
Ricotta in purezza, setacciata, liscia e cremosa… Anche questa… Nuvolosa! Ragazzi, il mio primo cannolo riempito a mano. Sono sconvolto dalla qualità dei prodotti della pasticceria e la ricerca della perfezione. La pignolata, la triade della pasticceria siciliana me l’aspettavo diversa.
Assaggino di granita al caffè, perché pare che la granita di Messina sia più buona di quella di Catania.
In tutto ciò è arrivato un ragazzo che mi ha chiesto “Posso farti assaggiare degli arancini?” ed è andato a prenderli, per cui lo stiamo aspettando qui. Mica posso venire a Messina e non mangiare gli arancini.
Emanuele, conoscendo il mio appetito scarso, me ne ha portati solo cinque. Inizio ad assaggiare quello alla norma, mega carico e con la panatura bella croccante, super ripieno. Arancino al pesto con gamberettino incluso, ma quello alla norma è imbattibile!
Siamo da Kilometro Zero Villa San Giovanni e Kento mi sta convincendo a prendere due antipasti: antipasto di pesce misto più tagliere con formaggi tutto a kilometro zero.
Antipasto di pesce: involtino di pesce spada con mentuccia, frittella di baccalà, gambero rosso di Mazara del vallo, su una torretta di zucchine e burrata dop. Calamaro locale ripieno con pangrattato e verdure a kilometro zero. Un tortino di alici, polpo con una mousse di patate.
Ragazzi si chiude questo Vlog, voglio dedicare un detto a Kento: “Quando vai al Sud piangi due volte, quando torni e quando ti dicono che quelli che hai appena mangiato erano solo gli antipasti”.